Toccatemi e guardate (Lc 24,39)

Gesù si fa presente in mezzo ai suoi con il dono della pace, la gioia dei discepoli, l’annuncio del perdono: tutto questo costituisce la testimonianza cristiana. Le nostre comunità, che nell’Eucaristia celebrano la presenza del Risorto, sono chiamate a prolungare nel tempo e nello spazio il mistero e la vita della Pasqua.

Il vangelo di questa domenica ci fa conoscere un nuovo incontro della Comunità con il Risorto. I discepoli e i due pellegrini di Emmaus stanno scambiandosi reciprocamente la testimonianza della risurrezione di Gesù. In questo clima di comunione Gesù non solo appare, ma sta in mezzo a loro. È il centro della comunità dei discepoli che narrano di Lui, che rendono testimonianza del suo amore. Il Risorto li invita a guardare e a toccare le sue mani e i suoi piedi. Ad affermare che l’umanità di Gesù è sorgente perenne di salvezza, è segno che Dio si è fatto veramente vicino all’uomo.

Diceva Madre Teresa di Calcutta: tutti desideriamo amare Dio. Ma come si fa? Gesù si convertì in pane di vita per saziare la nostra fame. Quindi si fece ignudo, sfrattato, abbandonato, lebbroso, drogato, prostituta di modo che tutti noi, tanto voi che io, potessimo saziare la sua fame con il nostro amore.

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