Per trent’anni abbiamo accompagnato, a questo invito, con il cuore e con il pensiero, i nostri fratelli che si preparavano ad accogliere nell’Eucarestia il Signore e pregato per la nostra Comunione spirituale con loro, chiedendo allo Spirito Santo l’aiuto per accogliere e ricevere la presenza di Gesù nel nostro cuore.

Ed oggi, dopo la Grazia ricevuta, all’invito “Beati gli invitati alla cena del Signore…”  il cuore si commuove e la gioia lo pervade perché, oggi, anche noi siamo tra i “beati”, anche noi, oggi, tra gli invitati, possiamo incamminarci verso l’Eucarestia e riceverla sacramentalmente, anche noi, oggi, possiamo sederci al banchetto dell’Agnello e stringere fortemente Gesù Eucarestia con noi, e, non lo nascondiamo, che l’emozione e la gioia ci pervade perché sentiamo intimamente l’ampiezza e la profondità del Dono stupendo che abbiamo ricevuto; Grazia non meritata ma da sempre attesa e sperata, e per questo non possiamo non ricordare e portare con noi, alla “cena”, il dolore e la sofferenza di tutti quei fratelli che si trovano nella situazione, come noi un tempo, di non poter ricevere Gesù.

In questi mesi ogni occasione di ricevere Gesù è stata cercata, come a farne indigestione, come a voler colmare la fame atavica di questi trent’anni di digiuno, ed ogni volta, camminando verso il Sacerdote per ricevere il Corpo di Gesù, è come la prima volta, con il cuore in santa agitazione e pieno di timore, chiedendoci se è Lui che viene in noi o è Lui che ci accoglie, ma ringraziandoLo per averci chiamato tra i “beati”.

Lode e Gloria al Signore per la Sua Misericordia e per il Suo infinito Amore.

Luigina e Luciano