Dite a tutti: È risorto dai morti (Mt 28,7)

L’evangelista Matteo racconta che all’alba del primo giorno della settimana le donne si recano a visitare la tomba di Gesù. Aggiunge che ci fu un gran terremoto e che un angelo del Signore scese dal cielo. Sono “particolari simbolici” che ci dicono che l’evento della risurrezione manifesta il giudizio di Dio, segna la fine del vecchio mondo e l’inizio del nuovo; è il gesto definitivo di salvezza che impegna gli uomini ad una risposta di fede.

Matteo sottolinea che il crocifisso è risorto. A ricordarci (= ridare al cuore) che la via dell’amore percorsa fino in fondo e con ostinazione da Gesù è la via che porta alla vita e costruisce il mondo nuovo. L’amore è sembrato sconfitto sulla croce; in realtà, nel Risorto, è vittorioso“Molte sono le esperienze che possono indurre l’uomo a perdere il senso dell’esistenza e a smarrirsi. L’esperienza, ad esempio, di una vita che promette e non mantiene, l’esperienza della vanità e della stoltezza, del peccato e della violenza. Il mondo nuovo anziché avvicinarsi sembra allontanarsi e la storia continua ad essere in mano ai potenti e ai prepotenti” (Bruno Maggioni). Ebbene la via dell’amore, della dedizione e dell’obbedienza a Dio, porta alla risurrezione. L’uomo, nell’amore dato e ricevuto, trova la sua verità più profonda, è un “vincente” perché è fondato sulla fedeltà dell’amore di Dio.

Scarica Camminiamo Insieme del 20 aprile 2014

 

UNA CASA-FAMIGLIA

Sembrava una banale influenza, ma il nostro bambino non riuscì a superarla. Dio volle prenderselo con sé e tutto sembrò caderci addosso. Ci trovammo improvvisamente senza di lui, schiacciati dal dolore. Gli amici cercavano di esserci vicini in tutti i modi, ascoltandoci per ore, e solo questa condivisione pareva alleggerire la sofferenza.

Un giorno Olga, un’amica, ci disse: “Provate a buttarvi ad amare coloro che soffrono. Solo pensando al dolore degli altri, possiamo riuscire a sopportare il nostro”. Così abbiamo cominciato, proprio insieme ai nostri amici, a pensare ai bambini più soli ed emarginati, cercando anche di sensibilizzare tante persone della città con contatti personali, convegni, serate-spettacolo. Molti hanno dato qualcosa. Ora con i fondi raccolti è stata avviata una casa-famiglia per accogliere i bambini soli, in attesa di adozione o di affidamento. Certo il dolore riaffiora, le difficoltà non mancano. Ma siamo sostenuti dalla solidarietà che genera solidarietà.

E. G., Russia