Gesù cresceva in sapienza, età e grazia (Lc 2,52)

Nella festa della Santa Famiglia di Nazareth ci viene presentato dal vangelo l’episodio di Gesù dodicenne smarrito e ritrovato nel tempio. Esso conclude il vangelo lucano dell’infanzia e apre al racconto della vita pubblica di Gesù. In questo episodio c’è un velato accenno al mistero pasquale prefigurato nei tre giorni di ricerca angosciata da parte di Maria e di Giuseppe.

Il testo che ascoltiamo ci aiuta, fin da subito, a conoscere chi è Gesù. Questa conoscenza raggiunge il culmine nella risposta di Gesù ai genitori: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Gesù, ormai ragazzo, sale a Gerusalemme con Maria e Giuseppe per la festa di Pasqua: è un pellegrinaggio fatto obbedendo ai dettami della parola di Dio (Es 23, 14-17).

Intravediamo in questo episodio, con la risposta finale, l’immagine di una famiglia come culla in cui ha potuto prendere forma una disponibilità del figlio ad accogliere la chiamata di Dio a lui rivolta. Anche le nostre famiglie possono essere luoghi in cui ogni componente viene aiutato a realizzare la propria vita come risposta alle proposte del Signore.

L’episodio evangelico termina con il ritorno di Gesù a Nazareth: quasi un paradosso per Chi aveva rivendicato libertà di cercare con tutto se stesso il Padre. Gesù sceglie la vita quotidiana nella sottomissione ai suoi genitori. L’obbedienza vissuta a Nazareth è il banco di prova per imparare quell’obbedienza a Dio che diventerà dono totale di sé. È questo che contribuisce a far sì che Gesù cresca in sapienza, età e grazia, davanti a Dio e agli uomini, cioè dono a Dio e agli uomini.

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