6 luglio 2025 -14a domenica I. ord.
ls 66,10-14c1 Gai 6,14-18 / Lc 10,1-12.17-20
Li inviò a due a due
(Le 10,1)
Seguire Gesù si trasforma in missione. Una missione povera di mezzi, ma ricca di gioia. Il discepolo che segue Gesù diventa portatore di un messaggio di speranza. È la vita dei cristiani che diventa annuncio. Gesù manda i suoi
a due a due. Il numero due indica il gruppo minimo mediante il quale l’individuo supera l’isolamento, e corrisponde ad esperienze fondamentali come il matrimonio e l’amicizia. Essere in coppia apre il singolo alla Chiesa. E la Chiesa nella coppia mostra
la propria essenzialità e povertà. Sant’Agostino poi dice che Gesù li manda a due a due perché solo se si è almeno con un altro si può mostrare con la vita il Dio che annunci a parole; solo se hai un amico può mostrare che
Dio è amore.
Diceva Giovanni Paolo II nella lettera a conclusione del grande Giubileo del duemila: la sfida che sta davanti alla Chiesa in questo tempo per essere fedele a Gesù il fondatore e per rispondere alle attese di questo nostro mondo è quella di essere
“casa e scuola di comunione”. Per mostrare questo il vangelo ci dice che occorre essere almeno in due. Se non altro perché il
fratello può essere un dono che ti sostiene nelle difficoltà del cammino. Questa parola di Luca ci ricorda che
la nostra testimonianza è la prima parola che noi pronunciamo; che l’amore, frutto del comandamento nuovo, è la vera novità cristiana. E Gesù anche oggi conta su di noi perché venga il suo regno di amore, di giustizia, di pace e fraternità.