14 settembre 2025 – Esaltazione della Santa Croce
Nm 21,4b-9 / Fil 2,6-11 / Gv 3,13-17
Obbediente fino alla morte e a una morte di croce (Fil 2,8)
Di natura divina eppure in condizione umana di servo: ecco lo spogliamento di Gesù, del Figlio di Dio che appare tra noi nell’umiliazione giunta fino all’abbassamento della croce. Gesù assume la condizione di servo: visse nella totale rinuncia agli onori, al potere, alla ricchezza; Gesù si fece uguale a tutti gli uomini e si fece obbediente al Padre. Egli aveva già detto nell’incontro con la Samaritana di avere un cibo di cui si nutriva in continuità: era il fare la volontà di Colui che l’ha mandato. Non ha progetti né pensieri suoi, ma quelli del Padre. La piena adesione alla volontà del Padre caratterizza tutta la sua vita, fino alla morte di croce. Gesù sceglie, come Figlio, l’obbedienza, la volontà del Padre, l’essere con Lui fino in fondo.
Così, ogni nostra scelta va interpretata in questa prospettiva. Quando il cristiano sceglie di dare la propria vita, di metterla al servizio degli altri, di prendere la croce, di lavare i piedi ai fratelli, di accogliere le esigenze della vita trasformata dal Vangelo in famiglia, nella società, a scuola, nel lavoro, di accogliere anche le sofferenze che ciò comporta, lo fa perché ha scoperto il volto del Padre e ha capito che la sorgente della vita sta nella volontà del Padre, anche quando essa indica un cammino di sacrificio e di dedizione fino alla morte.