Quante immagini raccapriccianti sono state fermate in decine di fotografie in questi ultimi anni. Su ognuna, magari con un corpo dilaniato, potremmo (dovremmo!) scrivere: «Quanti ancora?». Quanti dovranno ancora morire così, uccisi mentre fanno il loro dovere, mentre aiutano, liberano, salvano i più deboli? Quanti giusti dovranno ancora cadere sotto il piombo dei violenti, quante lacrime saranno versate, quanto dolore percorrerà il mondo?

Dall’angolo tranquillo delle nostre case il televisore ci risponde con le ultime notizie: morti, bombe, altri morti, altre lacrime, altro sangue.

I nostri giorni sono cosparsi di croci innocenti, i martiri sono tra noi. Sì, la croce, i martiri. Il giusto che versa il suo sangue, l’agnello immolato. E l’uomo lupo all’uomo. Di fronte alla croce viene prepotente la voglia di gridare: «Ma perché, Dio, hai lasciato appendere così tuo Figlio? Perché, dopo di lui, in nome tuo e suo, tanti altri hanno salito il Calvario, innocenti, buoni, giusti, innamorati dell’uomo? Perché? Non c’era un’altra strada, un altro modo, meno doloroso, per farci capire che ci vuoi bene, che dobbiamo amarci come ci ami tu, che dobbiamo salvarci tutti?». No, non c’era, non c’è un altro modo. Gesù è venuto, ma se noi lo rifiutiamo non ci salveremo. Non c’è altra via che quella della croce, il Venerdì santo, l’annullamento di se stessi, il «tutto è compiuto». Quanti missionari e uomini in missione di pace potevano starsene comodi nei sofà dei loro paesi. Ma il fuoco di Dio li bruciava, l’amore per la gente sofferente li spingeva, un ideale, una speranza, un sogno albergava in questi cuori.

Sono andati a fare i cirenei nei paesi dove spadroneggiavano dittatori e guerriglieri, banditi e soldataglie di ogni colore terrorizzavano i villaggi della povera gente: terre ridotte a mattatoio. Agnelli in mezzo ai lupi. Piccoli missionari pieni di fede, uomini carichi di amore concreto, indifesi, contro uomini abbrutiti, mercenari della violenza. Non potevano e non possono che morirne, in un giorno noto solo al cuore di Dio. Per amore. Soltanto perché sono buoni, perché chiedono pace e rispetto. Allora, quanti ancora, o Dio? Quanti come tuo Figlio? Quanti martiri? La canzone di Joan Baez dice che «la risposta è nel vento». O forse no. Forse la risposta è nel cuore dell’uomo.

(da elledici.com)