28 settembre 2025 – 26″ domenica t ord

Am 6,1ª.4-7; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31

Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro

Anche in questa domenica ci viene proposto il tema dell’uso della ricchezza. Essa non viene demonizzata, ma presentata come rischio serio di allontanare dal Regno. Il confronto tra il ricco anonimo, che veste di porpora e bisso e banchetta lautamente, con il povero Lazzaro, che chiede di sfamarsi con le briciole che cadono dalla mensa, costituisce nel Vangelo un contrasto di forte intensità. Non per la sua ricchezza, però, viene giudicato il ricco, ma per la sua indifferenza. Egli non si accorge della fame del povero.

Scrive S. Fausti: l’esistenza terrena è un ponte gettato sull’abisso tra l’inferno e il seno di Abramo. É lungo l’arco di una vita, poi crolla. Lo si attraversa esercitando quella misericordia che allora sarà invocata da chi l’ha derisa. Per prendere decisioni corrette è utile porsi dal punto di vista della fine, e fare ora ciò che si vorrebbe aver fatto. Bisogna convertirsi ora alla Legge e ai Profeti, che dicono ‘che fare’. Ricordando che da sempre l’amore al Signore passa attraverso l’amore al fratello. La Legge, infatti, si sintetizza nel comandamento dell’amore (Rm 13,10) e i Profeti invitano a convertirci ad essa. Sappiamo che la fede non si fonda sui miracoli, ma sulla Parola, ascoltata e vissuta, contenuta nelle Scritture rilette alla luce della vita di Gesù, tutta comunione e amore.

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