Attratto dalle vetrine di un negozio e con qualche intenzione di rinnovare il mio guardaroba (debbo essere vestito bene, sia per lavoro sia perché mi piace), stavo accingendomi ad entrare per acquistare due paia di scarpe di marca, una da portare “sui marroni ” l’altra “sui grigi”.

All’improvviso mi è venuta in mente una richiesta di aiuto letta sull’ultimo numero della rivista Città Nuova: una persona esponeva le condizioni d’indigenza in cui viveva con la famiglia a carico, chiedendo soccorso. La sua sofferenza per un istante era diventata la mia sofferenza. Ne avevo parlato con mia moglie e, vagamente avevamo tra noi ipotizzato di dare un aiuto. Io sono benestante e così la mia comoda vita è proseguita, piena di certezze, sino al giorno della vetrina.

Mentre stavo per entrare, un senso di vergogna mi ha assalito. Mi son detto: qui ora sei pronto a spendere solo per la tua vanità una somma che invece potrebbe essere di aiuto a quella famiglia…

Invece di entrare nel negozio ho chiamato mia moglie al telefono. Abbiamo deciso di fare subito un bonifico pari al costo delle due paia di scarpe in vetrina, in favore di quella persona, tramite la rivista Città Nuova. Le scarpe non le ho più acquistate.

C.D., Italia