Questa mattina ero al Pronto Soccorso per una radiografia; dopo una lunga attesa, l’infermiere mi accompagna davanti ad una porta e mi invita ad attendere la chiamata al mio turno. Nell’attesa, adagiato sulla carrozzina, tiro fuori il Rosario e incomincio a pregare. Per chi? Tra le tante necessità ho scelto di pregare per il mio prossimo più vicino: ho iniziato recitando un Ave Maria per quell’ammalato che mi passava vicino, per quel dottore che usciva ed entrava tutto indaffarato, per l’infermiere che correva e imprecava un po’ per lo stress… Sono riuscito a pregare i misteri gloriosi e metà di quelli gaudiosi.
Ad un certo momento un infermiere e mi fa entrare per la radiografia; il medico fa una battuta provocatoria alla quale rispondo sorridendo, solo per volergli bene. Lui si accorge che cerco di infilare nella tasca il rosario e mi chiede cosa sia. Rispondendo, gli dico che ho pregato anche per lui. Davanti al suo stupore, gli dico che, prima di essere prete, avevo scelto Dio e non la “carriera”, come lui precedentemente aveva insinuato nella sua battuta, un Dio che non delude. Ringraziandomi mi chiede il numero di telefono per continuare un dialogo con me e per affidarmi le intenzioni di preghiera! Anche così Maria è entrata in Ospedale.
don Fabrizio
