Siamo entrati nel tempo della Quaresima. L’evangelista Matteo offre al nostro ascolto il Vangelo delle tentazioni di Gesù. Esse ci presentano due modi possibili di orientare la nostra esistenza quotidiana: possiamo affidarci al nostro sforzo per impadronirci di tutto ciò che ci rende potenti, sapienti e sazi, o al contrario possiamo affidarci a Colui che sostiene la nostra debolezza e dal quale possiamo sperare di ricevere salvezza.

A Gesù che ha fame, si presenta il tentatore e gli ricorda la sua Figliolanza: essa dovrebbe comportare dei privilegi e perciò un intervento divino miracoloso. Gesù risponde ribadendo come l’essere Figlio significhi per lui accettare umilmente il limite di creatura, l’essere sottoposto all’esperienza del bisogno. Gesù vive la sua prova nell’obbedienza, nella fedeltà, non mettendo in discussione la bontà del Padre, ma accettando l’esperienza dolorosa del bisogno.

Anche se Gesù si trova nel bisogno, perché sta soffrendo la fame, è attento a quello che Dio vuole. Non si lascia lusingare da una proposta che viene da altra fonte: solo a Dio si può dare credito incondizionato. Anche per noi cristiani la parola del Signore è la roccia sicura sulla quale possiamo costruire la casa della nostra vita. È la Parola che ci fa conoscere la Volontà del Padre che noi siamo chiamati a fare, come in cielo così in terra. Anche noi, per questo, vogliamo accogliere e vivere la Parola che il Signore ci rivolge.

Camminiamo Insieme del 9 marzo 2014