Egli ti avrebbe dato acqua viva (Gv 4,10)

«Se tu conoscessi il dono di Dio…», dice Gesù alla Samaritana; e dice a noi Giovanni attraverso il suo Vangelo e il racconto che abbiamo ascoltato. Un racconto da leggere e da meditare come una specie di grande parabola, dove fatti e personaggi diventano simboli di situazioni ed esperienze che ci riguardano tutti personalmente.

Gesù chiede da bere a una donna samaritana. La donna si stupisce, perché «i Giudei non mantengono buone relazioni con i Samaritani»; i discepoli si meravigliano perché Gesù «sta a discorrere con una donna»… Ma Gesù non bada ai pregiudizi religiosi o sociali.

Il vero motivo di stupore è un altro: sta nel fatto che Gesù chiede come uno che ha bisogno, mentre in realtà lui soltanto può dare ciò di cui tutti abbiamo bisogno. Poiché c’è in noi tutti come una «sete» profonda e nascosta, che nessuna realtà di questo mondo può veramente colmare. E’ l’incontro con Cristo che fa scoprire questa sete e al tempo stesso la può colmare. Nella nostra vita di credenti dev’essere avvenuto o deve avvenire qualcosa di simile a ciò che successe alla Samaritana: un personaggio in cui, per tanti aspetti, ci possiamo riconoscere un po’ tutti.

Una donna che sente il peso delle faccende e delle preoccupazioni quotidiane (dover andare a prendere l’acqua…); una donna inquieta, perennemente insoddisfatta, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, sempre delusa dalle varie esperienze… I suoi cinque mariti più l’ultimo non-marito, sono come il simbolo di quella perenne ricerca di felicità che sembra trovare nell’amore ciò che di più bello può offrire la vita; salvo poi a sperimentarne i limiti, e scoprire con tristezza che anch’esso non basta a dare «la» felicità… Ci vuole qualcosa di più, qualcosa di diverso…

Questo «qualcosa» la Samaritana lo scopre, tutt’a un tratto, nella persona di Gesù. Un uomo diverso da quelli che ha incontrato finora. Un uomo che «legge dentro», anche ciò che uno vorrebbe nascondere; e che pure non giudica e non condanna. Un uomo che parla di Dio al di fuori di tutti gli schemi convenzionali. Un uomo che propone un modo diverso di vedere la vita e i suoi problemi. Un uomo che offre una risposta diversa e più bella a tutti i «perché» che ci tormentano…

Di fronte a quest’uomo la Samaritana dimentica la sua sete, lascia la sua brocca al pozzo e corre in città a comunicare la sua scoperta: «Venite a vedere…». La scoperta di Gesù-Messia diventa più importante di tutto il resto. L’incontro personale con Cristo nella fede cambia tutto. Non che Gesù metta il mondo sottosopra; ma egli è capace di cambiare noi dentro, per cui tutto appare diverso. Incontrare Cristo e riconoscere in lui «il Salvatore» vuol dire scoprire che «il Signore è davvero in mezzo a noi», cioè che davvero Dio ci è vicino e amico.

«Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere… egli ti avrebbe dato acqua viva…».

Quest’acqua viva per la nostra sete è la parola di Cristo; è lui stesso, in quanto rivelazione dell’amore di Dio; ed è il dono dello Spirito Santo, quale principio attivo di comunione con Dio: quello Spirito per mezzo del quale «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori», garanzia di una «speranza che non delude» (2a lettura).

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