Mio Signore e mio Dio (Gv 20,28)

L’esperienza pasquale ci accompagna ogni giorno; è un’esperienza profonda di incontro con Gesù, dialogo amoroso con Colui che può donarci la vita. L’incontro avviene con gli occhi del cuore, che fa palpitare di vero amore e converte.

Il Vangelo di questa domenica è il passaggio dalla paura alla gioia e al coraggio della fede. Il racconto ci presenta dapprima i discepoli in preda alla paura, poi ce li mostra pieni di fede e di slancio. Fra di loro c’è anche Tommaso; il Risorto lo invita a non essere incredulo, ma credente. Questo è un invito carico di bontà ad entrare in un’altra dimensione. Tommaso reagisce con una parola stupenda, la più solenne professione di fede che incontriamo nel Vangelo: Mio Signore e mio Dio.

E la fede nel Risorto vince la paura, condizione indispensabile per aprirsi al dono della gioia e della pace. Sì, perché la pace e la gioia fioriscono solo nella libertà e nel dono di sé. È Gesù Risorto che ci rende vincitori sulla paura, ci dà il coraggio della verità, della fedeltà alla sua Parola e della testimonianza.

Scarica Camminiamo Insieme del 27 aprile 2014

 

Riflessione

DAL DOLORE AL SERVIZIO

Un paio di settimane fa, di prima mattina, squilla il telefono in canonica: un papà sessantenne, dopo lunga malattia, è arrivato ormai alla fine. Faccio più in fretta che posso, ma quando arrivo è spirato da pochi minuti. Celebro egualmente l’Unzione degli Infermi, circondato da un clima di disperazione che mi imbarazza, non trovando parole e gesti adeguati.

La tentazione è quella di uscire subito, dopo le condoglianze di rito; vedo invece seduta in un angolo della stanza la figlia, giovane mamma, e mi siedo accanto a lei, prendendole la mano e stringendola forte. Questo gesto rilassa un po’ anche me e passiamo così lunghi minuti, circondati dal trambusto di familiari e parenti che via via affollano la casa.

Non ricordavo di averle detto nulla di specifico, anche se, qualche giorno dopo, al primo incontro dei catechisti rivedo con sorpresa proprio lei, la figlia. Con un sorriso radioso mi viene incontro e mi spiega il motivo della sua presenza; era stata invitata da un’amica lì presente e aveva acconsentito ad iniziare il cammino come aiuto-catechista. Ma ciò che più mi ha colpito è stata la ‘scintilla’ del suo sì: “Mentre eravamo seduti accanto al papà, ricordi?, tu mi hai detto: ‘Riuscirai a vincere il dolore se ti butti subito ad amare’. E qualche giorno dopo, alla richiesta della mia amica, ho cercato di mettere in pratica le tue parole… e ho sentito una gioia immensa. Eccomi qui!”.

L’ho abbracciata forte, ringraziando lo Spirito Santo di questa luce che mi aiuta a rimanere sempre nell’amore, cercando così di donarlo a quanti incontro.

d. A.