L’amministrazione capitolina, istituendo un “servizio speciale per gli immigrati”, aveva chiesto a noi dipendenti la disponibilità ad esso. Avevo dato il mio assenso, ma avendo cercato di sapere, nell’edificio dove lavoro, chi altri avesse aderito all’invito, mi ero trovata di fronte a tanta avversione e a pregiudizi. Per molti colleghi, infatti, gli immigrati erano dei concorrenti per un lavoro o una casa.

A questo punto ho cercato di mettere in evidenza il valore dell’accoglienza del diverso da noi. Ma il muro da abbattere era alto. Con alcuni, che sapevo cristiani, ho focalizzato il discorso su un passo di san Paolo: “Accoglievi l’un l’altro come Cristo ha accolto voi…” (Rm 15,7). Tre colleghi hanno convenuto su questo dovere: “Forse ora siamo messi veramente alla prova come cristiani ed è tempo di testimoniarlo”, dicevano.

A.F., Roma

Tratto da Camminiamo Insieme del 4 maggio 2014