Da alcuni anni andiamo regolarmente a trovare i carcerati nella più grande prigione di Onitsha. Parliamo con loro, ascoltiamo i loro bisogni e le loro confidenze, cerchiamo di aiutarli in vario modo e portiamo anche
la Parola di Vita che 400 di loro ricevono volentieri e cercano di vivere. Ecco cosa ci ha raccontato uno di loro:

“Sono figlio di un docente universitario. Durante l’università ho cominciato a frequentare cattive compagnie e a fare cose che alla fine mi hanno portato in prigione.
Qui ho conosciuto voi e ho cominciato a provare a vivere le parole del Vangelo, come ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’. Questa si è incisa  profonda mente nella mia anima e ho deciso di cominciare a imparare come si fa ad amare e a farne l’esperienza. Prima non lo sapevo e non ero abituato a dimostrare affetto, neppure ai miei genitori, alla mia famiglia, agli amici. Ho iniziato ad amare i miei compagni di cella, condividendo con loro il cibo ricevuto. Sto sperimentando che, anche se lo stomaco è più vuoto, il cuore è molto più pieno. Pian piano sto imparando come si fa ad amare e
ve ne sono molto grato”.
R.K., Nigeria

Tratto da Camminiamo Insieme del 30 marzo 2014