Parlava del tempio del suo corpo (Gv 1,21)
Oggi facciamo memoria della Dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano, la chiesa più antica dell’Occidente, sede del Vescovo di Roma.
Il brano evangelico scelto per questa celebrazione narra di Gesù che, entrato nel tempio di Gerusalemme, non solo lo purifica dai mercanti che ne approfittavano, ma sconvolge ancor più la mentalità dei suoi avversari parlando di un nuovo tempio che Egli avrebbe ricostruito in tre giorni. L’evangelista Giovanni annota che Gesù parlava del tempio del suo corpo. È Lui ormai il “luogo” della presenza di Dio tra gli uomini; è Lui l’unica dimora dell’incontro autentico con Dio.
Gesù di Nazareth, il Figlio amato da Dio, la sua Parola fatta carne, il suo corpo morto e risorto, è il luogo di incontro, alleanza e comunione tra Dio e gli uomini.
Come vivere questa Parola? L’apostolo Paolo ci ricorda che il luogo del culto cristiano è la nostra persona, corpo di Cristo (2Cor 13,5) e tempio dello Spirito Santo (1Cor 6,19). È nel nostro corpo che siamo chiamati ad offrire a Dio il vero sacrificio, quello della nostra vita cristiana. Non solo. Anche il prossimo è luogo della presenza di Dio. Allora tutta la nostra vita personale e di relazione è “luogo sacro” e noi siamo chiamati a vivere l’amore per Dio e per il prossimo che è stato la ragione profonda della vita di Gesù.
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