In partenza per la Germania come muratore, Juraj lavora per sostenere i due fratelli più piccoli, la madre, il padre e la nonna. E guadagna bene perché conosce il mestiere. Il padre è alcolizzato da sempre, la madre ha sopportato miseria e botte facendo in modo che i figli ne risentissero il meno possibile.

Gli domando come mai non ha cominciato a bere anche lui. Al che Juraj racconta che un giorno chiese alla madre perché non pensava al divorzio. E lei: “Figlio mio, se tu sei al mondo è perché c’è stato tanto amore con tuo padre. Poi le amicizie sbagliate, la mancanza di lavoro… tuo padre è buono. Non guardarlo per quello che appare. Mettiti davanti a lui senza aspettarti che sia quello che tu vorresti”. A queste parole Juraj aveva cambiato atteggiamento verso il padre e in seguito aveva aiutato i fratelli a fare lo stesso. Diminuite le liti, l’atmosfera in casa s’era fatta più serena. Juraj mi mostra poi un biglietto infilatogli dalla madre nella tasca della giacca: “Figlio mio, ricordati che più delle case è importante costruire la pace. Sono orgogliosa di te! Tua madre”.

G., Slovacchia

Tratto da Camminiamo Insieme dell’11 gennaio 2015