Ecco colui che toglie il peccato del mondo (Gv 1,29)
La liturgia di oggi presenta Gesù come agnello che toglie il peccato del mondo. Giovanni Battista sa scorgere nel profondo della persona di Gesù l’essenza della sua missione e sa vedere ciò che gli altri non vedono; ha gli occhi puntati per cogliere con attenzione il nuovo di ogni giorno. Per questo è capace di andare oltre ciò che appare e scoprire la vera identità di Gesù, proclamandolo l’Agnello che toglie il peccato del mondo. Per Giovanni quell’incontro è novità assoluta, tanto che esulta di gioia e ne dà pubblica testimonianza. Egli è capace di riconoscere Cristo perché è un uomo che ha impostato la vita sulla ricerca dell’essenziale.
Cogliamo in questo episodio evangelico un duplice invito. Innanzitutto, come Giovanni, puntiamo alla ricerca dell’essenziale e non dell’effimero, alla ricerca di ciò che soddisfa le esigenze del cuore più dei sensi, alla ricerca di un valore assoluto più che lasciarsi modellare dalla pubblicità del consumo. E inoltre essere come Gesù che prende su di sé il peccato per toglierlo.
Essere come san Francesco che pregava: “… dov’è odio, fa’ ch’io porti l’amore; dov’è offesa , che io porti il perdono; dov’è discordia, ch’io porti l’unione. Dov’è dubbio, che io porti la fede. Dov’è errore, che io porti la verità… O Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace”.
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