Durante l’assemblea di condominio c’era stata la solita sfuriata del nostro vicino del pianterreno, che ha deciso di non rivolgerci più la parola perché si sente profondamente offeso dal nostro comportamento nei suoi confronti. Ognuno si era ritirato nel proprio appartamento senza commenti. Non era la prima volta che succedeva. Io avvertivo un certo disagio che mi ha spinto a ripensare a quanto quell’uomo aveva detto. Forse io stessa potevo essere stata la causa di sofferenza per lui. Il Vangelo parla di perdonare e questo non mi dava pace. Ho pensato seriamente di chiedergli scusa. Mi son fatta forza e ho suonato alla sua porta. Mi ha aperto la figlia, la quale mi ha detto che il papà era occupato, ma che mi avrebbe telefonato. Quando ha suonato il telefono, mi sono affidata a Dio: “Le devo chiedere scusa per tutte le volte che le ho dato un dispiacere…”. Non mi ha lasciato finire di parlare, asserendo che da me non aveva ricevuto nessuna offesa. Il ghiaccio era rotto.
M.C., Italia
Tratto da Camminiamo Insieme del 22 marzo 2015