Ascolteranno la mia voce (Gv  10,16)

Il vangelo di questa domenica presenta la figura di Gesù Pastore e il suo compito di tenere unito il gregge dando la propria vita. Come il pastore considera il gregge la sua ricchezza, così noi siamo talmente importanti per Lui e per il Padre al punto da ritenerci il suo tesoro e la sua eredità, una ricchezza tanto preziosa che per difenderla egli è pronto a rischiare la sua vita. Di fronte a tanta preziosità, al valore infinito che noi abbiamo per Dio, che cosa possiamo fare? L’evangelista ci suggerisce l’atteggiamento dell’ascolto: ascolteranno la sua voce!

Ma come riconoscere la sua voce? È questione di amore. Ascolto e conoscenza del Signore sono azioni anzitutto personali che introducono nella vita spirituale. “È chiaro – scrive Gino Rocca commentando questo brano – che c’è una condizione base richiesta da Gesù: è la buona volontà, la disposizione ad accogliere la Verità. Chiunque ama la verità, chiunque ama il vero bene accoglierà Gesù”. Di qui scaturisce la nostra grande responsabilità: corrispondere alle sue attese facendo vedere che Lui è l’unico buon Pastore; farlo vedere con i fatti concreti, attraverso i frutti immancabili delle sue parole vissute, che sono la pienezza della vita, della gioia, la vera libertà, beni a cui tutti aspiriamo.

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