Siamo un gruppo di amici, tutti impegnati politicamente con ruoli diversi. Vogliamo vivere come una vera famiglia, anche se lavoriamo in un ambiente facile alle tensioni e agli scontri. Ci ritroviamo puntualmente nell’ora di pausa per il pranzo e da questi incontri è nata l’idea di creare una cassa per chi dovesse trovarsi in difficoltà. In tal modo abbiamo potuto aiutare un compagno di lavoro che aveva subìto ingiustamente una detrazione dallo stipendio. Chi ha maggiore esperienza aiuta i più giovani. L’autorità e la diversità dei ruoli sono vissute realmente in un clima di famiglia che ora coinvolge anche altri e ci rende sempre più solidali con tutti.

M.T. – Argentina

L’architetto e il condomino

Nel condominio dove abita il nostro architetto, ambiente molto tranquillo, a un certo punto appare un nuovo condomino che, pur rispettato, non ricambia il saluto, evita tutti, è un attaccabrighe.

Un giorno il nostro architetto incontra questo condomino sulla porta dell’ascensore e decide di mettere in pratica l’«arte di amare». Si avvicina svelto al portone, lo apre e con un gran sorriso fa passare l’altro. Nessuna risposta: testa china come al Solito.

Al nostro architetto viene rabbia e qualche giorno dopo si vendica: lo vede arrivare dietro di lui, entra velocemente nel palazzo e lascia richiudere il portone proprio davanti al naso dell’altro. Si sente vincitore, ma nello stesso tempo si accorge che non è stato disponibile né aperto all’amore. Allora, cerca di rimediare e, a ogni incontro, lo saluta tenendo il portone.

Un giorno, inaspettatamente, il miracolo: con un sorriso insperato l’altro gli augura il buon giorno! E da quel giorno l’uomo ha cominciato a sorridere a tutti i condomini.

P.N. – Italia

Tratto da Camminiamo Insieme del 31 maggio 2015