Beata colei che ha creduto (Lc 1,45)

La comunità cristiana, invitata a celebrare Maria con le sue stesse parole, impara a lodare il Signore per le meraviglie che compie nelle sue creature. Nello stesso tempo impara che ogni autentica lode a Maria orienta verso Dio.

Il brano evangelico di questa festa s’incentra sulla visita di Maria ad Elisabetta: è descritto l’incontro di due madri (39-45), il cantico del Magnificat (46-55) e si conclude con il soggiorno di Maria e il suo ritorno a casa (56).

È bello notare come nell’incontro di Maria ed Elisabetta le due madri non si perdono in chiacchiere futili, ma parlano subito di Dio. La prima parola di Maria non è di richiesta, ma di stupore e di lode per quanto Egli ha operato. Al saluto di Maria, il sussulto del bimbo nel seno di Elisabetta è letteralmente un “danzare”. In Maria, infatti, il Battista riconosce colei che porta dentro di sé la vera Manna e l’autentica Legge di Dio, fattasi carne. Elisabetta riconosce in Lei la “madre del Signore”, benedice Maria e si congratula con lei come modello della perfetta credente che si è affidata a Dio. A quel Dio che ama di un amore gratuito e che ha una predilezione per gli umili e i poveri. Maria è il frutto migliore dell’azione di Dio, il capolavoro del suo amore gratuito.

Anche noi siamo frutto dell’amore di Dio e della sua predilezione per i poveri. Fidiamoci e affidiamoci a Lui: con la fede e l’ascolto obbediente e accogliente della Parola di Dio, come Maria facciamo spazio in noi al Figlio di Dio, diventiamo dimora del Signore.

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