Vado periodicamente a trovare alcune detenute per cercare di aiutarle. Posso fare per lo piccole cose: portare un giornale, un libro, un paio di calze calde, una sciarpa… e vedo tornare sul volto di alcune di loro un sorriso. Lucia, in particolare, a poco a poco, era diventata mia amica, mi parlava delle sue preoccupazioni, del suo dolore, delle sue angosce che tra le mura del carcere si moltiplicavano. L’ascoltavo con attenzione, provavo tanta impotenza ma vedevo che per lei “sfogarsi” – così diceva di poter fare con me – la rasserenava un po’.

Un giorno mi ha detto: “Ti voglio bene”. Ho pensato che forse sarebbe stata contenta di venire in casa nostra nei giorni di permesso. Ne abbiamo parlato con i figli, anche loro erano d’accordo così nei giorni di libera uscita l’abbiamo accolta fra noi. Abbiamo condiviso la sua gioia, sono stati brevi momenti di festa. Un Natale è stato speciale. Lei era già con noi quando è arrivata la notizia dell’arrivo di mio fratello con tutta la sua famiglia. Conoscendo mio fratello avevo timore che non avrebbe compreso, non avrebbe accettato volentieri la presenza di Lucia. Non sapevo cosa fare, insieme abbiamo deciso di aspettarlo e di accogliere lui e la sua famiglia come la sorpresa più bella. Ed è stato proprio questo a capovolgere le cose. Mio fratello, dopo un primo momento di sorpresa, si è sentito coinvolto, partecipe in questa gara d’amore. È stato il Natale più bello.

M.  – Italia

Tratto da Camminiamo Insieme del 25 ottobre 2015