Va’ e d’ora in poi non peccare più (Gv 8,11)

Il messaggio centrale della liturgia della Parola di questa domenica è l’incontro con Gesù che non si erge a giudice, ma che ci afferra nel profondo del cuore per cambiare la nostra esistenza. È la forza che proviene da lui che può sanare le nostre ferite e generare in noi un rinnovamento. Questa forza ha un nome: perdono! Gesù non condanna una donna colta in peccato, ma le offre la possibilità di cambiare.

“Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”: dopo l’uscita di scena degli accusatori, si ritrova Gesù da solo con la donna, con la quale intesse un breve dialogo, che ha il suo culmine nella parola di perdono con l’invito a non peccare più.

La donna viene resa capace di guardare in avanti ed è invitata a camminare secondo il perdono di cui Gesù l’ha rivestita; questa parola infatti le darà forza per non peccare, ben più delle minacce e dei giudizi dei suoi accusatori.

Davvero Dio sa trarre il bene anche dal male! Per quella donna infatti il peccato diventa occasione per un incontro che cambia radicalmente la sua vita e genera in lei la speranza.

Anche noi, come singoli e come comunità ecclesiale, non facciamo fatica a riconoscerci in lei, sia per la nostra esperienza di peccato sia per l’incontro con la misericordia divina. Chiediamo al Signore di farne sempre più un’esperienza profonda.

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