Sono una musulmana fuggita dalla Bosnia, dove ho lasciato mio marito, cattolico. A Spalato erano già fuggite due mie cugine, una della quale aspettava un bambino; mi hanno chiesto di aiutarle e per questo sono in Dalmazia. Ho cercato di fare di tutto per sollevare questa situazione.

In quel piccolo appartamento a un certo punto è arrivata anche un’altra donna, anziana e ammalata. Mi sono mancate le forze; pensavo a mio marito, alla famiglia a Tuzla…

Quando non vedevo più via d’uscita, la signora che ci aveva accolto nella sua casa mi ha invitata ad un incontro in cui ho sentito per la prima volta parlare del Vangelo. Ho capito che amando gli altri posso cambiare me stessa e le situazioni attorno a me.

Così ho cominciato a cercare anche gli altri profughi nella città; è nato un gruppo che cresceva sempre di più. Insieme ci aiutavamo per trovare medicine, mandare lettere ai familiari, custodire i bambini. Adesso siamo 87. Ci sentiamo una vera unica famiglia, anche se di nazionalità, razze e religioni diverse.

T., Bosnia