Egli lo restituì a sua madre (Lc 7,15)

Il brano di oggi, nel vangelo di Luca, si inserisce in un contesto ampio che prepara il lettore a rispondere alla domanda posta da Gesù: “Ma voi chi dite che io sia?”. La risurrezione del figlio di una vedova è preceduta dal racconto della guarigione del servo di un centurione che “stava per morire”. L’identità dei due protagonisti, un uomo e una donna, un pagano e una israelita, evidenzia l’universalità dell’azione salvifica di Gesù. Essi dal Maestro sono posti al centro della scena: Gesù loda il centurione pagano (7,9); e strappa il ragazzo dalla morte, mosso a compassione dal dolore di una madre (7,15).

Nell’episodio di questa domenica Gesù è il protagonista ed ogni azione è riferita a Lui: Egli vede, dice, si avvicina, tocca. Attraverso il suo sguardo possiamo penetrare nel cuore degli altri personaggi, per incontrare le lacrime di una mamma e conoscere la giovane età del morto. Gesù “vede” la donna, comprende il suo dolore di madre ed agisce. Chiede alla donna di non piangere; si avvicina e tocca la bara. Parla comandando al morto di alzarsi e lo restituisce alla donna che diventa nuovamente madre. Lei riaccoglie come figlio il giovane la cui vita non viene più da lei, ma dal Signore, dal Creatore. Gesù ci offre una lez8ione di umanità straordinaria e quanto mai necessaria per la nostra società. Viviamo in questa settimana l’“ama il prossimo tuo come te stesso”.

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