E si misero in cammino verso un altro villaggio (Lc 9,56)

Gesù aveva cominciato il suo ministero pubblico nella sinagoga di Nazareth (4,14) dove era stato rifiutato dai suoi concittadini. Anche qui, all’inizio del viaggio verso Gerusalemme dove avrebbe portato a compimento la sua missione con la morte e risurrezione, Gesù non è accolto. Questo rifiuto in un villaggio della Samaria suscita la reazione degli apostoli, che vorrebbero la punizione divina per quegli abitanti. Gesù però smaschera il loro atteggiamento perché coglie in esso una logica di vendetta e di rivalità. Certo in Gesù si rivela la potenza di Dio, ma è la potenza dell’amore, non della sopraffazione; dell’amore che accetta di passare attraverso la sofferenza per offrire il perdono.

Gesù si mette in cammino verso un altro villaggio perché c’è sempre un’altra casa a cui bussare, un altro paese da attraversare, un’altra possibilità per annunciare, un’altra occasione per amare. Una difficoltà ti ha bloccato; riparti, ricomincia: c’è un nuovo terreno per altre semine, ci saranno nuove vite da guarire e da amare.

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