La vita non dipende da ciò che si possiede (Lc 12,15)

Risuona nella liturgia di oggi l’invito ad abbandonare le false sicurezze, quelle legate soprattutto al possesso dei beni terreni, per cercare invece le cose di lassù” (Col 3, 1).

Gesù oggi ci insegna che anche la gestione dei beni materiali, che coinvolge tanto profondamente la nostra vita, va costantemente verificata alla luce della buona notizia del Regno. Regno di Dio infatti significa ben più che partecipare al culto cristiano; Regno di Dio significa incontrare, fare esperienza dell’amore personale di Dio, che apre, con tutto quello che compone la vita quotidiana di ciascuno, ad ogni prossimo che incontri.

Non per nulla spesso il Regno di Dio viene presentato come un banchetto. Appunto qui si colloca l’errore del fratello e del ricco agricoltore della pagina evangelica. Tutto il loro zelo è rivolto esclusivamente a procurare i beni terreni a se stessi e questa è cupidigia.

Gesù non disprezza la ricchezza. Sappiamo dal vangelo come Gesù stava con tutti, anche con i ricchi. Oggi Gesù però ci mette in guardia contro il desiderio di possedere sempre più beni e ricchezze. Non sono essi a garantire il senso e la verità della vita. Ma è la nostra apertura e relazione con Dio e con il prossimo.

Ogni giorno incontriamo occasioni nelle quali possiamo aiutare una persona. Ma sapremo coglierle se ci alleniamo a prestare attenzione alla vita e alle necessità del nostro prossimo, che vogliamo trattare da fratello.

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