Sono venuto a gettare fuoco sulla terra (Lc 12,49)

Il vangelo odierno ci presenta una figura di Gesù decisa e decisiva. Chi si unisce a Gesù, chi lo segue da vicino sperimenterà la lotta, la divisione. Spesso noi quando pensiamo a Gesù come ci viene presentato da Luca, lo pensiamo col volto della misericordia, dell’accoglienza infinita. Le parole del vangelo di oggi però non esitano a ricordarci un messaggio che sembra andare in senso contrario. Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”, “Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, io vi dico, ma la divisione”.

La pace di Gesù non è sempre gradita, non è ovvia, non è senza tensioni. Essa non è solo uno stato sociale senza guerra. La pace portata da Gesù comprende tutti i beni che rendono bella e grande una vita. E questo ci impegna a guardare ogni uomocome valore infinito, come uno che vale Dio. Per questo Gesù dice che è venuto a portare il fuoco. È il fuoco dell’amore, che ci spinge a dichiararci dalla parte di Gesù e dell’uomo, di ogni uomo.

Noi che abbiamo ricevuto il dono dello Spirito Santo (L’amore di Dio riversato nei nostri cuori) ci sentiamo chiamati a vivere la nostra vita quotidiana come il tempo della salvezza: da ricevere e da costruire. L’amore di Gesù, che abbiamo sperimentato, è un amore dolce e sconvolgente, che fa dimenticare se stessi e prevalere l’interesse e l’amore per il prossimo. La pace non esiste senza un amore forte e appassionato. La pace che Gesù ci ha donato sta nel raccordare il proprio cuore a quello di Dio. E Dio è amore.

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