È la vigilia di Natale e mio marito al bar parla con un amico d’infanzia, un compaesano piuttosto riservato e viene a sapere che il giorno dopo sarebbe stato solo con il suo cane e così mi propone di ospitarlo per il pranzo di Natale. Senza esitare accetto e metto al corrente i nostri due figli, ad una condizione però: il cane dovrà restare fuori. Allora mio marito, non avendo numero di telefono, si reca a casa sua per invitarlo, ma non lo trova. Gli dico: “Se sarà volontà di Dio lo incontrerai”. E così succede in un bar.

Il giorno di Natale, D. arriva; il pranzo è essenziale e sobrio, ma l’atmosfera è semplice e accogliente. Con sé ha il suo cane, amico fedele, che in un primo momento resta in auto, poi comprendo che per amare fino in fondo questa persona devo far entrare pure il suo cane offrendogli cibo e acqua. D. si sente a suo agio, ci parla di sé e della sua vita, lo ascoltiamo con interesse e attenzione. È ormai tardo pomeriggio quando si alza, seguito dal suo cane, ci saluta e ci ringrazia tanto. Contraccambiando i saluti gli dico: “Sei stato un dono per noi e ora che ti conosco pure io, se ti incontrerò potrò salutarti e chiederti come stai.”

È stato un Natale un po’ insolito perché abbiamo ospitato una persona che si dichiara non credente, un po’ sconosciuta, ma ricca di quei “semi del Verbo” che sono in ognuno. È stata inoltre un’occasione per vivere la Parola che in quel mese meditavamo: “ Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri… Gesù bussa e chiede di entrare…. Non posso lasciarlo fuori dalla mia vita.. .La sua voce invita ad offrire fiducia e amicizia …”. Grazie Signore per questo Natale!

M.M.