Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25)

La risurrezione di Lazzaro che ascoltiamo nel vangelo di questa domenica, è un segno con il quale l’evangelista vuole presentare il valore esclusivo di Gesù in ordine alla vita dell’uomo; esso rivela la gloria di Dio e quella del Figlio (v. 4) e deve portare alla fede nel Cristo (v. 15).

Con la venuta di Gesù è iniziato il processo della redenzione dell’uomo. La novità di vita portata da lui non è un fatto puramente spirituale: riguarda tutto l’uomo, corpo e spirito. La vita che comunica Gesù è sottratta al potere della morte (v. 26) perché implica la risurrezione, cominciata in noi col Battesimo. Esso infatti non è solo morte al peccato, ma è vita nuova in Cristo risorto.

Nella misura in cui apparteniamo a Cristo, viviamo già da risorti in una vita nuova: Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza, dice Gesù.  E come l’amore del Padre si è mostrato potente nella risurrezione di Gesù, così anche per noi quando siamo nell’amore e facciamo le cose per amore, entriamo nella dimensione del per sempre, perché quei gesti saranno per l’eternità.

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