Sei tu il re dei Giudei? (Mt 27,11)

La domenica delle Palme introduce immediatamente nella settimana dedicata alla celebrazione del mistero pasquale di Cristo. Lo fa proponendo questo mistero nel suo aspetto di morte e di vita, di umiliazione e di gloria. La figura del“servo” presentata dal profeta Isaia, trova in Gesù la piena realizzazione.

Il racconto della passione nel Vangelo di Matteo vuole mettere in rilievo cometutti hanno tradito Gesù: i sommi sacerdoti e il sinedrio, i capi politici, la folla, i passanti sotto la croce, i ladroni crocifissi con lui, gli stessi discepoli. Solo un estraneo, per di più costretto, lo aiuta a portare la croce e alcune donne stanno a guardare da lontano. Gesù è rimasto solo con il suo dolore, incapace di parlare e di difendersi, per lo spasso dei soldati e l’ironia dei capi religiosi. Dio stesso sembra tacere.

Ma Gesù rimane fedele fino in fondo. Non ritira una parola della sua predicazione, anche se ciò potrebbe salvargli la vita. Pur nelle tenebre e nel mistero di una morte ignominiosa, Gesù pronuncia il della piena disponibilità, rimettendosi completamente alla volontà del Padre. Per questo Matteo mette in bocca a Pilato la domanda sulla regalità di Gesù. Ed è una regalità di dono, di servizio, di disponibilità, di uno così libero da dare anche la propria vita per gli altri; coerente e fedele alla parola di Dio, alla verità, alla giustizia. Gesù ha svuotato sé stesso, ha assunto una condizione di servo ed è diventato simile a noi: a questo l’ha portato il suo amore smisurato per noi. Cerchiamo anche noi di essere amore nel corso delle nostre giornate.

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