I discepoli gioirono al vedere il Signore (Gv 20,20)

Credere nella continuità della vita quando tutto testimonia a favore della morte: gli apostoli stessi, pur essendo stati vicini a Gesù, vi giungono assai lentamente e solo dopo aver sperimentato che il maestro, nonostante la morte, continuava a rimanere in mezzo a loro. Si tratta dello stesso Gesù, non più condizionato dalle leggi del cosmo e della storia: mediante il dono dello Spirito egli dà all’uomo la possibilità di vincere il male (v. 23). Apporta di conseguenza la pace (v. 19-21) e la gioia (v 20).

L’incredulità di Tommaso è l’incredulità degli apostoli stessi di fronte a Gesù nuovo, diverso, non più come realtà da vedere e da toccare, ma da vivere e da comunicare al mondo.

Anche noi diventiamo testimoni e presenza del Risorto solo se cerchiamo di stabilire con gli altri rapporti di comunione, di dedizione, di solidarietà a tutti i livelli. Ritrovare la persona in cui si confida, vedere rifiorire i propri ideali, non sentirsi soli: tutto questo non può che arrecare gioia e letizia. Gesù, del resto, ce l’ha detto: Voi sarete afflitti, ma la vostra afflizione si cambierà in gioia (Gv 16,20).

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