Il custode della scuola dove insegno, occhiali scuri e sguardo assente, non è la persona che di buon mattino vorresti incontrare. Eppure l’”arte” che ogni giorno cerco di praticare mi mette nella posizione di amare tutti, senza scegliere le persone. Sfodero il sorriso più bello e gli lancio un sonoro buongiorno. La risposta che segue è un mugugno, ma è già qualcosa. Al piano di sopra incrocio la bidella tuttofare a cui non va mai bene nulla: il contratto, gli orari, il sindacato, i colleghi, il telefono, i ragazzi che sporcano, la fotocopia da fare… Sbuffa talmente che i bambini la chiamano Locomotiva! Oggi però, prima che inizi a sparlare, le racconto tanti begli episodi che mi sono successi nel fine settimana. Poi le mostro gli occhiali: “Vedi, quando mi si sporcano vedo tutto confuso, ma quando li pulisco le cose ridiventano nitide e chiare. Quando mi metto in un atteggiamento positivo, la “lente” dell’amore per chi mi sta accanto mi cambia la visione, ed anche le cose storte trovano un loro lato diritto”. Lei mi ascolta attenta, poi mi afferra per un braccio: “Maestro, in cinquant’anni è la prima volta che trovo uno come voi. Ci provo anch’io”.

E.D.M., Roma