Robert, il maggiore dei nostri tre ragazzi, aveva cominciato a chiudersi in se stesso e ad avere problemi di balbuzie. La diagnosi dello psicologo: mancanza di un rapporto profondo col padre e come conseguenza un forte complesso di inferiorità nei confronti miei e dei fratelli. A questo punto mi si sono aperti gli occhi: volevo far tanto per la società, in un impegno cristiano, e perdevo mio figlio! Da quel momento ho cominciato a dedicargli tutti i fine settimana. Uscivamo insieme, praticavamo dello sport, facevamo gite in barca, trascorrendo ore ed ore noi due soli. Mi sono dimenticato completamente delle mie letture, dei miei studi. In barca a vela era lui ad insegnarmi le manovre da fare e a correggere i miei errori. Mi sono messo alla sua scuola, come allievo, senza pretese. Questo fatto ha valorizzato ai suoi occhi le sue stesse capacità, gli ha dato sicurezza e mi ha sentito vicino. Sono affiorati l’affetto e la stima: ci siamo ritrovati. In breve tempo i disturbi di Robert sono diminuiti e quasi scomparsi.
F. – Francia