Se mi amate, osserverete i miei comandamenti (Gv 14,15)
Gesù, consapevole che ormai sta per giungere la sua ora, vuole rendere meno doloroso il distacco dai suoi annunciando loro che va dal Padre non per lasciarli soli, ma per tornare ad essere presente in mezzo a loro in modo nuovo. La sua morte e risurrezione segnano il passaggio da una presenza visibile, ma esteriore, ad una presenza interiore. Questa presenza di salvezza sarà realizzata dallo Spirito Santo, dono del Padre, che rimarrà con i discepoli per sempre.
Il mondo non lo può ricevere perché “non lo vede e non lo conosce”. Condizione preliminare infatti è l’amore per il Cristo, espresso nella sequela e nell’osservanza dei suoi comandamenti. Solo allora egli si rende presente, si può vedere, si può capire come sia in noi. Possiede lo Spirito di Cristo solo chi accoglie e segue il suo messaggio.
Amare Gesù è osservare la sua Parola, il suo insegnamento, la sua promessa. Amare è comunione e la comunione si realizza attraverso la parola sia tra gli uomini che nel mondo di Dio. La promessa che Gesù ci fa è che questo amore iniziale, radicato nella fede e nell’obbedienza, giungerà a pienezza. Esso troverà veramente ciò che cerca e crede, o meglio Colui che cerca e crede. Infatti Egli stesso si comunicherà, si farà percepire. Egli “verrà” e il credente “vedrà” e“conoscerà”, farà esperienza di Dio. La sua fede diverrà amore, sicuro e felice anche in mezzo alle difficoltà.