Qualcuno tra la folla numerosa che seguiva Gesù può essersi intrufolato per motivi suoi, forse incuriosito, forse in attesa di come sarebbero andate le cose, o per rendersi conto se conveniva stare con Gesù: Gesù lo sa e mette le condizioni: “Se uno viene a me e non mi ama più…”.

Trasferiamo questa esigenza nel mondo degli adolescenti, quelli delle nostre famiglie di tradizione cristiana: sono  battezzati, hanno frequentato il catechismo, sono stati ammessi ai Sacramenti fino alla Cresima, e ora? La maggioranza di loro non sta alle condizioni, si potrebbe dire che sono stati educati in tutto, hanno imparato l’alfabeto cristiano, ma non sono stati preparati a incontrarsi con una persona che li ama. Si è creato un distacco tra cultura-teoria e vita.

Oggi si cerca di superare questa difficoltà con l’Iniziazione Cristiana: i ragazzi insieme ai genitori compiono un cammino che li conduca a conoscere Gesù Figlio di Dio, le verità della fede, e a vivere come insegna il Vangelo, lungo la strada del dono fino alla Passione e Risurrezione.  Si tratta in fondo di coniugare fede e vita. Ricordiamo la porta stretta, l’ultimo posto così come: “amare Dio al di sopra degli affetti e dei propri averi”.

Amare Dio richiede il “vuoto” di tutto ciò che è facile: è facile seguire gli affetti, è facile possedere le cose… L’arte di amare richiede il vuoto, domanda di saper perdere. Dio non è ricco di se stesso, non possiede il mondo, non è padrone del mondo; Dio è solo pieno di amore; noi dobbiamo entrare in questo amore. Se vogliamo seguire Gesù, amiamo in piena libertà.

“Chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo!”.

Battista C.