Il seminatore uscì a seminare (Mt 13,3)
Dio sparge con abbondanza il “seme” della sua parola: la rivolge ad ogni uomo. I risultati sono però diversi, secondo l’atteggiamento che ognuno assume nei suoi confronti. Le sorti quindi della Parola sono legate anche alla responsabilità umana.
La parola di Dio non è un’imposizione, ma un dono che porta fruttosolo se accolto liberamente e con le dovute disposizioni, se trova disponibilità e collaborazione. Non basta ascoltarla: occorre “comprenderla”, farla diventare vita. Essa è insidiata da un apprendimento puramente intellettuale, dalla superficialità, dalle difficoltà della vita, dalle ricchezze. Se però viene interiormente accolta e messa in pratica, porta frutti inaspettati. Il raccolto, cioè il cambiamento di vita, è sicuro perché la sua azione è irresistibile.
Che bella è la figura del seminatore: sparge con abbondanza e con generosità, con ostinazione il seme della Parola. Ma è vera questa pagina del Vangelo? Certo, Dio come un papà e una mamma, usa infiniti modi per rivolgersi a noi suoi figli. Non ci parla solo attraverso la Parola per eccellenza che è la Sacra Scrittura. Ci parla con quel fatto, ci mette davanti quella persona, ci dona quell’ispirazione, ci rivolge la sua parola attraverso la Chiesa, in particolare i pastori. Ci dona soprattutto lo Spirito Santo che ci fa cogliere nella vita i vari messaggi che Dio ci rivolge. Apriamo il nostro cuore all’ascolto e chiediamo che le parole rivolteci da Dio trovino in noi un terreno fertile che porta frutto.