E fu trasfigurato davanti a loro (Mt 17,2)

Prendendo in mano il vangelo di Matteo, possiamo notare che il racconto della Trasfigurazione è preceduto dal primo annuncio della passione (Mt 16,21-28) ed è seguito dalla guarigione di un epilettico. Sono due episodi nei quali affiora il lato sofferente della vita umana.

Nel primo brano Gesù annuncia agli amici che il suo cammino verso la risurrezione passa attraverso la passione e la morte; nel secondo vediamo Gesù che lotta contro la sofferenza dell’uomo epilettico e lo spirito del male. Tra questi due testi si colloca la pagina della Trasfigurazione come un momento di sosta. Tutto avviene su un “alto monte”, a farci capire che questo è un incontro con Dio. Lì Gesù viene trasfigurato, cioè mostra ai tre amici saliti con lui chi è: la voce divina rivela l’identità di Gesù come “il Figlio mio, l’amato” (v 5).

La Trasfigurazione, commenta la seconda lettera di Pietro, è lo svelamento della verità di Cristo: “perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza… Questa voce noi l’abbiamo udita discendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte” (2 Pt 1, 16.18).

Gesù è il centro della storia, è il Figlio ed è il destino ultimo dell’uomo, figlio adottivo di Dio. Oggi ripensiamo alla nostra fede, contempliamo anche noi, come i tre, la luce divina presente nel Cristo. Noi lo conosciamo e quotidianamente ne facciamo esperienza. Rinnoviamo il nostro amore per lui, Gesù: è il Figlio amato in cui Dio si svela e si rende presente. In Lui e Lui solo, noi incontriamo Dio. In Pietro siamo tutti noi che contempliamo Cristo, ascoltando la voce del Padre.

La Bibbia allora può diventare lo strumento prezioso per illuminare il volto di Gesù che progressivamente si illuminerà ai nostri occhi fino a diventare la “stella luminosa del mattino” (Ap 2,28).

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