… Ma poi si pentì e vi andò (Mt 21,29)
Dio rivelandosi in Gesù si è inserito a pieno titolo nell’esistenza umana. Il regno di Dio in parte è già giunto in mezzo a noi. La Parola, che è Gesù, interpella, urge una risposta. Non basta quella puramente verbale degli scribi e dei farisei. Il sì della bocca è insufficiente; quello decisivo è il sì dei fatti (v 29), l’adesione concreta alla nuova realtà. Per questo “i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio” (v 31) perché “hanno creduto” (v 32), hanno accolto il Cristo e il suo messaggio.
Nel regno entra solo chi fa la volontà di Dio, chi è disponibile alla Parola. L’obbedienza cristiana, per questo, non è più soltanto adesione ai valori, ma è conversione a Gesù.
Papa Francesco nell’Evangelii Gaudium, citando papa Benedetto XVI, ce lo ricorda: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un Avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (EG 7). Fare la volontà di Dio! Certamente nell’eseguire quelli che sono i doveri suggeriti dal nostro stato di vita. Ma anche quella volontà di Dio che ci troviamo a fare quando Dio permette un avvenimento piuttosto che un altro. Per esempio: stai camminando e incontri una persona. Puoi fingere di non vederla… o puoi pensare: Dio me la fa incontrare perché con la mia accoglienza le manifesti un po’ del suo amore. Allora vivrai quell’incontro in maniera diversa.