Voi siete tutti fratelli (Mt 23,8)

Tra i diversi ministeri ecclesiali, quello della Parola riveste un carattere di particolare responsabilità. Perché non si tratta solo di annunciarla nella sua integralità, ma anche di farvi corrispondere la propria vita. Nel vangelo di questa domenica ascoltiamo la requisitoria di Gesù contro gli scribi e i farisei. Egli non contesta la necessità di un’autorità morale, ma il modo in cui viene interpretata. I farisei “dicono” ma “non fanno”: e qui non bisogna seguirli. Un servizio è diventato professione! E il vangelo di oggi mette in guardia da tre errori che svuotano la vita: l’ipocrisia, la vanità e la sete di potere.

Gesù offre altre “regole” perché la nostra vita sia vera e piena: l’amore nascosto invece dell’apparire, la semplicità invece della doppiezza, il servizio invece del potere. Gesù ce le offre perché le vive: lava i piedi ai discepoli; serve ogni vita, in particolare quella ai margini; si prende cura di tutti. E se una Gerarchia nella Chiesa deve sussistere, sarà rovesciata rispetto alle norme della società terrena: “Voi siete tutti fratelli”. Perché il centro di gravitazione della Chiesa è costituito dalla continua presenza di Gesù. Ed è l’amore fraterno che crea il “clima” adatto perché questa presenza sia riconosciuta.

Sappiamo che Gesù si è fatto nostro fratello, e poi da fratello si è fatto ultimo: ha servito tutti. Allora il nome nuovo della civiltà cristiana è servizio, perché questo è lo stile di Dio. Proviamo in questa settimana vivere i doni di Dio, di cui ciascuno è portatore, mettendoli a servizio degli altri. Prestiamo servizio all’amore.

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