Ecco lo sposo! Andategli incontro! (Mt 25,6)

L’anno liturgico volge ormai al termine e giustamente le letture di queste domeniche orientano la riflessione sulle realtà ultime della vita. Vivere la vita aperti al “per sempre” ci impegna alla vigilanza. Questa significa attivo impegno nei propri doveri, per essere pronti ad ogni evenienza. La differenza tra le vergini sapienti e le stolte sta nel fatto che le une furono previdenti e accorte e le altre no. Le prime compresero in anticipo i rischi e gli imprevisti che la situazione richiedeva; e si premurarono per essere in ogni caso pronte agli eventi. Le altre invece si trovarono in ritardo sugli avvenimenti e così persero l’occasione tanto attesa e decisiva per loro. Peccarono di sbadataggine e di superficialità. Avevano capito la meta, ma non erano ricorse ai mezzi adatti per raggiungerla.

Matteo ci esorta alla vigilanza, all’attenzione, alla disponibilità e alla serietà, intese come virtù fattive. Lo sappiamo: la vita è fatta per un incontro straordinario, con Gesù. Il regno appartiene a chi sa uscire, a chi sa vivere di incontri. E Dio è una voce che mi risveglia, un grido a mezzanotte. La nostra vera forza è nella voce di Dio che ridesta la nostra vita da tutte le stanchezze, che ci consola dicendo che non è stanco di noi perché è offerta d’amore. L’amore attende una risposta. Se noi, nella nostra vita perdiamo l’occasione di dare una risposta all’amore di Dio, una risposta che deve venire continuamente detta quando ci incontriamo con i nostri fratelli, allora può essere per noi troppo tardi. Ma sempre possiamo ricominciare ad amare.

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