Fate attenzione, vegliate (Mc 13,33)

La liturgia di questa prima domenica di Avvento proclama e celebra un grande annuncio: “Il Signore viene”. La venuta del Signore, annunciata dai profeti, amorosamente attesa e preparata da Maria, testimoniata con parole forti da Giovanni Battista, oggi è celebrata e rivissuta nella fede come dono di salvezza per chi si prepara ad accoglierlo. Per questo il vangelo ci suggerisce di non preoccuparci di indagare sul tempo e l’ora della venuta del Signore. Ci esorta alla vigilanza perché il Signore giunge all’improvviso. Così è stata la sua venuta nel tempo, così sarà alla fine.

Essere desti, con gli occhi aperti, perché la venuta del Signore è certa, ma sarà senza preavviso. L’atteggiamento più responsabile è perciò quello di essere pronti in ogni momento. Il cristiano deve vegliare in ogni momento come se il Signore fosse vicino e il suo arrivo imminente, e insieme attendere a lungo come se il Signore fosse lontano. In entrambi i casi, vigilare significa assumersi le proprie responsabilità nella vita personale e comunitaria. Vigilare è prestare attenzione, ma a che cosa? Per esempio a non farsi ingannare da promesse religiose illusorie. Vegliare è restare fermi sulla parola del Signore; vegliare è non allarmarsi, non preoccuparsi; è pregare. La vigilanza può così assumere tanti volti, compreso quello di non farsi incantare dalla grandezza delle costruzioni e delle conquiste dell’uomo. Tutto passa, Uno resta. A chi attacco il mio cuore? E sappiamo che solo la forza di Dio può trasformare un uomo assopito in un uomo desto e vigilante.

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