Proveniamo entrambi da famiglie cristiane e col matrimonio volevamo costruire una bella famiglia. Dopo qualche anno l’entusiasmo era un po’ calato e i problemi quotidiani rischiavano di appesantire il nostro rapporto. Tutto era diventato una routine. In quel periodo abbiamo conosciuto delle persone che, pur avendo gli stessi problemi, erano nella gioia. Abbiamo desiderato scoprirne il motivo: la grande novità è stato scoprire che il Vangelo, che fino ad allora era qualcosa di intellettuale, poteva essere compreso in un modo nuovo: vivendolo in tutti gli aspetti della vita. Era una comprensione nuova che procurava tanta serenità interiore. Tutto attorno si rinnovava perché era come vedere con occhi nuovi la realtà quotidiana. Abbiamo scoperto, per esempio, che ripiegare l’asciugamano dopo averlo usato e rimettere in ordine le cose era un modo concreto per volerci bene e nello stesso tempo era amare Dio.

Credevamo di fare la nostra parte perché ci sacrificavamo per la famiglia, invece abbiamo scoperto che tante volte eravamo noi e i nostri problemi al centro dell’attenzione. Ora sappiamo che fare la volontà di Dio è la cosa migliore, ma come comprenderla? È una ginnastica continua. Un grande aiuto è vivere il momento presente: essere cioè staccati da quello che abbiamo fatto e dal pensiero di quello che dovremo fare, per lasciarci interrogare dalla situazione che viviamo in quel momento. Se cerchiamo di avere questa disponibilità d’anima, impareremo sempre di più a discernere quello che dobbiamo fare in quel  momento, come una voce che sale dall’anima.

Nella nostra famiglia, come in tutte le famiglie, ci sono momenti in cui l’armonia che cerchiamo di vivere si rompe: stanchezza, sensibilità e punti di vista diversi… In tutti questi momenti sperimentiamo, ogni volta, come non sia importante ricercare da che parte stia la ragione ma ricostruire il rapporto, cercando di accettare i nostri limiti e di perdonarci. Qualcuno potrebbe domandarsi: che cosa c’è di nuovo in tutti questi aspetti? Il Vangelo, la volontà di Dio, l’Eucaristia, ci sono da sempre nella Chiesa. La novità è che tutto questo si vive nella comunione che cerchiamo di realizzare con altre famiglie nel ritrovarci in gruppi  per approfondire la spiritualità, comunicare le esperienze vissute, condividere gioie, dolori, difficoltà anche materiali. Ognuno sente che quanto riceve non può tenerlo gelosamente per sé, ma serve per portarlo in mezzo al mondo come testimonianza personale e di famiglia.

Paolo e Renata – Verona