Il Signore è con te (Lc 1,28)

Un’espressione del vangelo ci aiuta a comprendere il senso di questa festa. L’angelo “entrando da lei disse: Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te” (v 28). Dicendo che Maria è l’Immacolata, noi diciamo che è stata concepita senza la “macchia” del peccato originale ed è venuta al mondo colma di ogni grazia e dono. Essa è la “Tutta Santa”, come dicono i nostri fratelli Ortodossi; o la “Tutta Bella”, come afferma la tradizione latina. Lo stesso vogliamo fare anche noi, parlando di Maria la piena di grazia. Grazia che significa favore, perdono, amnistia. Ma significa anche bellezza, fascino, amabilità. In Maria ritroviamo questi significati di grazia.

Ella è piena di grazia anzitutto perché è stata oggetto di un favore e di una elezione unici; anche lei è stata “graziata”, cioè salvata gratuitamente dalla grazia di Cristo. Ma è “piena di grazia” anche nel senso che la scelta di Dio l’ha resa splendente, senza macchia, tutta bella come la Chiesa la canta in questa festa. Maria è piena di grazia perché il Signore è con lei; tutta la vita di Maria è piena della presenza del Signore. Non soltanto perché l’ha portato in grembo per nove mesi, ma perché ogni momento della vita di Maria è stato guidato dalla presenza del Signore. Lei è stata fedele discepola del Signore. Da Lui ha imparato a vivere per Dio; e certamente ha imparato che per amare Dio con tutto il cuore, la mente e le forze è necessario amare il proprio prossimo. Sempre la troviamo attenta e sollecita nei confronti degli altri. Proviamo anche noi e saremo abitati dal Signore.

Preparate la via del Signore (Mc 1,3)

Talvolta ci chiediamo che cosa noi cristiani siamo chiamati a donare al nostro mondo contemporaneo spesso ingarbugliato e indifferente. Noi siamo chiamati ad annunciare, coi fatti più che con le parole, che la vita nonostante tutto, ha un senso; che Dio non è lontano da ciascuno di noi; che anzi si fa incontro ad ogni uomo che lo cerchi con cuore sincero e si manifesta nel “quotidiano” di ogni giorno. La sua gloria percorre le nostre strade piene di miracolo e di sofferenza. Basta saper cercare. Basta saper vedere: nell’innocenza di un bambino; nell’istinto di un animale; nella festa di un amore; nel gemito di chi muore sperando. La voce, che ci mostra il Signore vicino, chiede a noi di disporci all’incontro. Il Signore viene; ma solo se appianeremo la strada e gli raddrizzeremo i sentieri, la sua venuta sarà un incontro di salvezza.

“Preparate la via al Signore”, ci dice l’inizio del vangelo di Marco (v 3). Che significato può avere oggi il monito del Battista? Innanzitutto è un invito al raccoglimento e all’ascolto: è importante uscire dalla dispersione e inoltrarci nel deserto, soli a tu per tu con Dio. Poi significa rinuncia ad ogni egoismo, distacco e abnegazione perché la salvezza viene dall’alto: solo chi ha saputo staccarsi dall’umano, incontra la Vita,scopre l’Amore. Ancora, significa sentirci cittadini di questo mondo. Anche noi cristiani siamo impegnati a farci carico di tutti i grossi problemi degli uomini e dei popoli. Da quando il Figlio di Dio ha assunto un volto umano, vuole essere cercato e servito soprattutto nei più poveri e sofferenti dei nostri fratelli. L’impegno a preparare la via al Signore implica l’impegno personale e comunitario per la giustizia, per la fraternità e per la libertà.

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