Concepirai un figlio e lo darai alla luce (Lc 1,31)

La liturgia di questa quarta domenica di Avvento è dominata dalla figura di Maria, la Vergine di Nazareth cui l’angelo Gabriele annuncia il compiersi delle promesse di Dio. Il vangelo odierno narra uno degli episodi più noti e più cari alla pietà cristiana: l’annunciazione. Con Maria emerge un nuovo inizio, straordinario, dovuto tutto e solo all’onnipotenza salvifica di Dio per il quale “nulla è impossibile”. “Rallegrati” le dice l’angelo, invitandola alla gioia.

L’annuncio impersonale di Isaia (“Ecco una Vergine concepirà”) qui diventa “discorso diretto”: “Tu concepirai un figlio e lo darai alla luce”. Maria ascolta con stupore e umiltà. E adora. In questa fede, umile e adorante, di Maria, si esprime e si riconosce la fede della Chiesa, la nostra fede. Incarnandosi nel seno di Maria, il Figlio di Dio rese definitiva la sua presenza in mezzo al suo popolo.

Anche per noi, come Maria, è importante prepararci a riceverlo “nel cuore e nel corpo”, con totale disponibilità, e così cooperare, con fede libera e incondizionata obbedienza, all’avvento del regno e alla salvezza dei fratelli. Piace pensare che queste parole sono rivolte a noi: “tu concepirai… tu darai alla luce”. Tu, comunità cristiana, quando vivi il comandamento dell’amore a Dio e ai fratelli diventi luogo di una presenza. Ce l’ha assicurato Gesù quando ci ha detto: “Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,20). Quando siamo uniti nell’amore di Cristo Egli c’è e fa sentire la sua presenza nella gioia, serenità, pace ed entusiasmo.

25 dicembre, NATALE del SIGNORE

Oggi è nato per voi un salvatore (Lc 2,11)

La celebrazione di questa festa è dominata dal grande annuncio: “Oggi è nato per voi un Salvatore”. Il racconto di Luca nella sua scarna e suggestiva semplicità, è come il perno attorno al quale gravita l’intera celebrazione: una coppia di giovani sposi in viaggio per il loro paese di origine; la difficoltà di trovare un alloggio; il momentaneo riparo in una grotta di pastori e qui, nel silenzio della notte, la nascita di un bimbo che viene chiamato Gesù.

Qui ogni umana attesa è superata: una luce improvvisa rischiara la notte; e schiere di angeli vedono in quel bambino un annuncio di gioia per gli uomini, di gloria per tutta la creazione e un augurio di pace per tutti gli uomini aperti all’amore. Il nome che porta quel bambino non è qualcosa di convenzionale: Gesù, cioè “Dio è salvezza”. In Lui, veramente la salvezza è donata. Egli è il Figlio di Dio che nasce tra i figli degli uomini per essere il loro salvatore. Siamo amati da Dio e quindi testimoni gioiosi di questo amore. Poveri, ma pieni di Dio. Mandati senz’altra arma che il discorso della montagna; segno efficace di una pace sempre in cammino. Annuncio di pace e di fratellanza.

Così il Natale non è più solo un messaggio, ma anche un impegno che ci viene affidato. Il mondo d’oggi infatti attende e invoca un impegno collettivo d’amore, una testimonianza di solidarietà, una costruzione di fraternità. Oggi! Perché oggi è nato per noi un Salvatore.

Scarica Camminiamo Insieme del 24 dicembre 2017