31 dicembre – SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE

Questa domenica è chiamata festa della “Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe”. Per “farsi uomo” il Figlio di Dio non è comparso improvvisamente sulla terra da solo, già adulto. Per essere un uomo vero, per appartenere pienamente alla specie umana, anch’egli è “nato da donna” (Gal 4,4), come ogni essere umano. E per vivere integralmente l’esperienza umana, anche Gesù è stato allevato ed è cresciuto nell’ambito di una famiglia che, per quanto fosse “speciale” agli occhi di Dio, risultava del tutto “normale” agli occhi degli uomini.

In questa famiglia e nel rapporto quotidiano con la gente del suo paese e del suo tempo Gesù si è formato come uomo e come “figlio di Israele” e “stirpe di Abramo”: educato nella fede e nella pietà della tradizione ebraica, nella conoscenza e nell’ascolto della parola di Dio, nell’osservanza fedele della “Legge del Signore”.

Non pensiamo che per la “santa famiglia” le cose siano sempre state facili, anzi… Simeone predice a Maria che a motivo di suo figlio “una spada le trafiggerà l’anima”. Come, del resto, a tante altre madri e padri di questo mondo… Anche a noi – come ad Abramo, a Maria e a Giuseppe – occorre ilcoraggio della fede per affrontare le vicende della vita senza perdere la fiducia in quel Dio che “è capace di far risorgere anche dai morti” (cf 2ª lettura). Così come, nella luce della fede, dobbiamo saper benedire il Signore se nella nostra famiglia abbiamo potuto sperimentare l’amore; e – nella logica della fede – tutti dobbiamo cercare di diventare nelle nostre famiglie come “una grazia di Dio in carne e ossa” gli uni per gli altri, nel rispetto, nell’amore e nell’aiuto vicendevole.

 

1 gennaio 2018 – Festa di MARIA MADRE DI DIO

Giornata mondiale della PACE

 Augurio di pace

Pace a tutte le persone e a tutte le nazioni della terra! La pace, che gli angeli annunciano ai pastori nella notte di Natale, è un’aspirazione profonda di tutte le persone e di tutti i popoli, soprattutto di quanti più duramente ne patiscono la mancanza. Tra questi, che porto nei miei pensieri e nella mia preghiera, voglio ancora una volta ricordare gli oltre 250 milioni di migranti nel mondo, dei quali 22 milioni e mezzo sono rifugiati. Questi ultimi, come affermò il mio amato predecessore Benedetto XVI, «sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani che cercano un luogo dove vivere in pace». Per trovarlo, molti di loro sono disposti a rischiare la vita in un viaggio che in gran parte dei casi è lungo e pericoloso, a subire fatiche e sofferenze, ad affrontare reticolati e muri innalzati per tenerli lontani dalla meta.

Con spirito di misericordia, abbracciamo tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale.

Siamo consapevoli che aprire i nostri cuori alla sofferenza altrui non basta. Ci sarà molto da fare prima che i nostri fratelli e le nostre sorelle possano tornare a vivere in pace in una casa sicura. Accogliere l’altro richiede un impegno concreto, una catena di aiuti e di benevolenza, un’attenzione vigilante e comprensiva, la gestione responsabile di nuove situazioni complesse che, a volte, si aggiungono ad altri e numerosi problemi già esistenti, nonché delle risorse che sono sempre limitate. Praticando la virtù della prudenza, i governanti sapranno accogliere, promuovere, proteggere e integrare, stabilendo misure pratiche, «nei limiti consentiti dal bene comune rettamente inteso, [per] permettere quell’inserimento».

Per la nostra casa comune

Ci ispirano le parole di San Giovanni Paolo II: «Se il “sogno” di un mondo in pace è condiviso da tanti, se si valorizza l’apporto dei migranti e dei rifugiati, l’umanità può divenire sempre più famiglia di tutti e la nostra terra una reale “casa comune”». Molti nella storia hanno creduto in questo “sogno” e quanto hanno compiuto testimonia che non si tratta di una utopia irrealizzabile.

Tra costoro va annoverata Santa Francesca Saverio Cabrini, di cui ricorre nel 2017 il centenario della nascita al cielo. Questa piccola grande donna, che consacrò la propria vita al servizio dei migranti, diventandone poi la celeste patrona, ci ha insegnato come possiamo accogliere, proteggere, promuovere e integrare questi nostri fratelli e sorelle. Per la sua intercessione il Signore conceda a noi tutti di sperimentare che «un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace».

(Dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della Pace 2018)

Scarica Camminiamo Insieme del 31 dicembre 2017