Verso la fine dell’anno scolastico è arrivato un afghano la cui famiglia era stata appena accolta dal nostro comune. Il suo problema più urgente: trovare un insegnante di tedesco per i suoi ragazzi. Essendo i miei colleghi tutti in partenza per le vacanze, mi sono offerto io ad aiutarli. E l’afghano, riconoscente, mi ha invitato a visitarlo nel suo campo profughi. Lì ho trovato un grande squallore. Tornato a casa, ho raccolto dall’armadio tutto ciò che era superfluo, caricato la macchina e consegnato ogni cosa a quella famiglia. Pochi giorni dopo Diana, la moglie, ci ha offerto una pietanza tipica. Nel ripartire, mi ha salutato chiamandomi (in inglese) “fratello mio”.
R. H. – Germania