Insegnava loro come uno che ha autorità (Mc 1,22)
Il profeta promesso da Dio, che parlerà in suo nome, cui occorrerà dare ascolto e seguire (1a lettura) è il Cristo: insegna in modo autorevole, non appellandosi a maestri umani e si mostra potente e vincitore contro le forze che rendono schiavo l’uomo. Gesù, dice Marco, “insegnava loro come uno che ha autorità”, non come gli scribi che sanno riferirsi ad autorità precedenti e trasmettere delle prescrizioni giudaiche. Gesù propone contenuti forti, si rifà al Padre, mostra competenza, capacità di capire le esigenze dell’uomo e decisione nel denunciare il male. La parola del Maestro rende liberi. La sua parola ci permette di crescere, di maturare in noi quegli atteggiamenti che fanno di noi uomini e donne liberi.
Sappiamo che in un’altra pagina del vangelo, Gesù parla della parola di Dio come di un seme e del cuore umano come di un terreno. Seme e terra sono fatti l’un per l’altra. La terra senza seme è un deserto arido e infruttuoso; il seme senza terra è una cosa inutile. Ma quando un seme cade sul terreno buono nasce una pianta che a suo tempo maturerà i frutti. Così è della Parola: quando la ascolti con attenzione, la tieni nel cuore e la metti in pratica… allora la tua vita diventa un “giardino” dove fioriscono le opere, frutto di quella parola ascoltata. Gesù ci dona il suo insegnamento, la sua parola, perché essa porti frutti di opere buone in noi.
La vita cristiana si realizza quando rispondiamo alla Parola che Dio ci rivolge con un’adesione credente e obbediente al suo progetto d’amore. Se il suo parlare è donarsi, anche il nostro ascoltare è donarsi.
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