Se il chicco di grano caduto in terra muore, produce molto frutto (Gv 12,24)

Il nostro cammino verso Pasqua sta avvicinandosi alla meta: la via percorsa da Gesù è anche la nostra via. La sorte del Signore Gesù che muore per risorgere è la “norma” per quanti lo seguono.

L’evangelista esprime questa verità attraverso tre detti convergenti sul tema “croce-glorificazione”: il grano che muore per portare frutto; il servo che deve seguire il suo Signore; il turbamento di Gesù che annuncia imminente la sua esaltazione. Vivere è dare la vita. Non dare è già morire: lo sappiamo quando l’acqua si ferma, stagna, imputridisce. Per questo è importante per me diventare chicco di grano che scompare.

Chicco di grano seminato nella terra accogliente della mia famiglia, della mia comunità, nella terra talvolta arida del mio lavoro, nella terra amara delle domande senza risposta, dei giorni di lacrime. E questo chicco di grano contiene in sé la vita, ad una condizione: quando diventa dono, quando scompare.

Lo so per esperienza: se tengo per me non servo a niente, neanche a me stesso. La condizione è proprio quella di scomparire, di donarmi. E la vita rifiorisce: non come vuoi tu, ma come vuole Dio. Così ha fatto Gesù: si è donato. Egli è come un seme che sprofonda nella terra, cioè che si dona fino alla morte, per portare frutto. E il frutto è far famiglia“attirerò tutti a me”. Gesù si dona per radunare tutti gli uomini, perché gli uomini diventino la famiglia di Dio.

Scarica Camminiamo Insieme del 18 marzo 2018